DON MICHELE CELEBRA CINQUANTA ANNI DI SACERDOZIO A OPERA

Potrebbe sembrare un'eresia parlare di Don Michele nel sito dei comunisti operesi ma, visto che questo blog è il sunto delle loro menzogne e malefatte, abbiamo deciso di celebrare la festa al nostro Monsignore proprio nella casa del nemico dei preti, quello che da sempre combatte il clero e qualsiasi fede che non sia quella sovietica; il nemico della Chiesa da sempre:

Il comunismo.

Ebbene si, Don Michele come ogni prete che si possa rispettare ha una certa avversione per i comunisti nonostante racconti di avere fatto la resistenza.
Questo lui non ce lo ha mai detto ma è un sentore popolare che non sia mai stato visto di buon occhio dalle amministrazioni rosse, niente di strano se consideriamo i celebri Don Camillo e Peppone, e che il sentimento sia sempre stato reciproco.

Del resto anche la parrocchia retta fino a sei mesi fa da Don Renato, parroco di provata fede per l'estrema sinistra prima ancora che per la Chiesa, ha sempre messo in un angolo il Monsignore conservatore.

Don Olinto invece, il nuovo Parroco, ha subito cercato un dialogo che pensiamo abbia anche saputo trovare nonostante i cattivi suggerimenti giunti dalla parte politicizzata del suo Consiglio Pastorale.

Proprio Don Olinto ha infatti organizzato la celebrazione dei cinquant'anni di sacerdozio a Opera di Don Michele facendo celebrare allo stesso Monsignore l'intera funzione nella centrale Chiesa intitolata ai SS. Pietro e Paolo.

Piacevole è stato anche rivedere sull'altare l'altro Parroco storico operese, Don Agostino, tornato per rendere omaggio al suo collega in tunica.

Sul pulpito però, giusto per bilanciare la folta presenza di un clero di tale levatura, sono saliti nell'ordine l'ex Assessora e Consigliera Comunale di rifondazione comunista Conti Staid, la catechista contraria ai crocefissi nelle scuole, ed il Sindaco Alessandro Ramazzotti.

In prima fila, accanto al primo cittadino, faceva bella mostra di se l'Assessore Riccardo Borghi, candidato alla successione del Sindaco Amaro, di cui a memoria d'uomo non si ricorda una precedente apparizione all'interno della Chiesa.

I più informati addirittura giurano che neppure abbia concesso alle figlie di prendere i sacramenti (ma questo non l'abbiamo appurato né ci riguarda) essendo lui un comunista tutto d'un pezzo.

La fiera delle ipocrisie è andata avanti anche dopo la funzione dove tra le fanfare della banda e quelle del regime è stata consumata l'ennesima cialtronata propagandistica del Sindaco Ramazzotti e del suo seguace/successore Riccardo Borghi. Peccato che tutto questo sia avvenuto in una giornata di festa per il nostro Don Michele, e quindi per noi parrocchiani, cui diamo appuntamento al prossimo anno quando festeggerà i sessant'anni con la divisa da Parroco.

Nel frattempo chissà se vedremo ancora Borghi in chiesa... magari convinto di espiare così le sue colpe ed in particolare quel famoso gesto dell'ombrello rivolto ai suoi concittadini, quelli che oggi vorrebbe lo votassero.
(Nella foto Don Michele che dice messa. Alle sue spalle Don Olinto e Don Agostino. Foto Roberto Re)

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